Funghi crudi (Crüii
c’u pursemuru)
Insalata saporita (Insaratta
savurìa)
Porcini sott’olio (Sutt’öriu)
Ovuli sott’olio (Buréi
sutt’öriu)
Teste ripiene in casseruola
(Capelle
pie-ne int’a cassaröra)
Teste di porcini con formaggio
(Capelle
de fónzu c’u furmaju)
Nidi di polenta con i porcini
(Nüii
de pulenta chi fónzi)
Risotto con i porcini (Risottu
chi fónzi)
Crema di patate e porcini
(Süppa
de trifule e fónzi)
Zuppa del Priore (Süppa
d’u priù)
Porcini da Re (Fónzi
da rè)
Polpette del Vescovo (Purpette
d’u vescu)
Intingolo di prugnoli (Calocybe
gambosa- Bagña de spinarö )
Zuppa di prataioli (Süppa
de pradarö)
Polipori al vin bianco
(Griffi
au véin biancu)
Polipori con la pancetta
(Griffi
c’a pansetta)
Zuppa di cantarelli (Süppa
de galétte)
Tegliata di boleti (Tecciã
de buréi)
Boleti in padella (Buréi
int’a padella)
Ovuli con il vino (Buréi
c’u véin)
Insalata d’ovuli piccantina
(Insaratta
frte de cucon)
Ovuli alla crema (Buréi
c’a s-ciümma)
Ovuli con l’uovo (Cucon
c’u cucon)
Risotto con gli ovuli (Risuburellu)
Intingolo di ovuli (Bagña
de buréi pr’a pastasütta e pr’a pulenta)
Zuppa di ovuli (Süppa
de buréi)
Le Ricette con le castagne di SARA *
- ( Le dosi sono per 4 persone )
Queste ricette di Sara sono una raccolta
di tutto quanto si preparava, nel settore, in questo angolo di montagna
ma come abbiamo già accennato in lei è più forte l’accento
piacentino.
Polentina di farina di castagne
(Puta
de castagnassa)
Polenta di farina di castagne
(Pulenta
de castagnassa)
Frittelle di farina di
castagne (Frissö de castagnassa)
Pressatelle (Testö)
Castagnaccio (Castagnassu)
Mischiata (Mes-ciã)
Zuppa di castagne fresche
(Süppa
de marón)
Stiacciatine di farina
di castagne (Chisuréin de castagnassa)
Purgatorio (Pürgatöriu)
Funghi crudi (Crüii c’u pursemuru):
Porcini medi(o ovuli, o prugnoli, o russule
o vescie) ben sodi, sale, olio, pepe.
Affettate finemente i funghi, dopo averli
ben puliti; condirli con olio e una spruzzatina di prezzemolo. Salare all’ultimo
momento e servire. Mai pepe, mai limone.
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Insalata saporita (insaratta savurìa):
Tagliare a fette i porcini novelli ben sodi,
scottarli in aceto salato arricchito di aromi vari (aglio, cipolla,
sedano, rosmarino, noce moscata, ginepro,…). Scolarli e farli ben asciugare.
Condirli con olio.
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Porcini sott’olio (Sutt’öriu):
La Sara riprende una ricetta arcaica per
noi forse toscana.
Scegliete dei funghi morecci giovani molto
piccoli, indi metteteli in caldaia con con aceto o vino bianco in
quantità da ricoprirli, e sale in ragione di 120 g per ogni litro
di liquido adoperato; lasciate così bollire i vostri funghi per
circa 20’; aggiungete poi un po’ di noce moscata pesta, 25 g di pepe in
grani, 12 g di cannella, alcuni garofani, quattro spicchi d’aglio, qualche
ramoscello di rosmarino, 2 fogli d’alloro e lasciateli bollire ancora
per altri 10’; ritirarli poscia dal fuoco, togliete l’aglio, il rosmarino
e l’alloro,… poscia poneteli negli alberelli, nei quali avrete accomodato
all’intorno alcune foglie d’alloro, ed a strato per strato spargetevi sopra
pezzi di cannella e di noce moscata, e finalmente versatevi sopra tant’olio
da rimanere i funghi intieramente coperti…….
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Ovuli sott’olio (Buréi sutt’öriu)
:
Prendete 4 kg di ovuli piccoli e sani, mondateli
bene lasciandovi un poco del loro involucro bianco e ponendoli in caldaia
con con ½ litro di vino bianco secco ed altrettanto aceto
buono, e sale a sufficienza; fateli così bollire per 15’,
indi aggiungetevi un piccolo bicchiere d’olio fino, altrettanto vino marsala,
alcuni garofani, mezza noce moscata pestata, un po’ di cannella,
25 g di pepe in grani e 2 foglie d’alloro; lasciateli cuocere ancora per
circa 10’; ritirarli poscia dal fuoco e raffreddare; il giorno appresso
accomodateli negli alberelli con gli ingredienti suddetti, e ricopriteli
d’olio….
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Teste ripiene in casseruola (Capelle pie-ne
int’a cassaröra):
Togliere alle teste quante più ife
possibile (la Sara intende i tubuli o le lamelle), spappolarle e mescolarle
a prezzemolo ed aglio tritati, olio quel tanto per legare, salare q.b.
(pepare). Riempire con questo ripieno le teste capovolte e metterle in
olio che stia friggendo in casseruola di terracotta, salare, incoperchiare,
cuocere per 30’. Variante: nel ripieno può essere messo un uovo
al posto dell’olio insieme a pane e formaggio grattati.
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Teste di porcini con formaggio (Capelle
de fónzu c’u furmaju):
Procurarsi alcune teste di fungo mediamente
sviluppate, sode, sane. Porle in teglia unta d’olio e irrorarle esse medesime
d’olio; infornarle o porle in casseruola da chiudere con coperchio cosparso
di braci; dopo 15’ circa porre entro ogni testa di fungo delle fettine
di formaggio nostrano dolce e rimettere sul fuoco sino a completa fusione
del formaggio. La tradizione imporrebbe di porre le “teste” sopra foglie
di castagno.
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Nidi di polenta con i porcini (Nüii
de pulenta chi fónzi):
Preparare una polenta soda. Porne in teglia
unta con lardo, per mezzo di un mestolo, tante montagnole a forma di palla;
praticarvi nel mezzo un piccolo cratere in cui adagiare fettine di
porcini passati in olio o burro con aglio e prezzemolo tritati e relativo
sughetto. Infornare la teglia o poggiarla sulla stufa e chiuderla con coperchio
cosparso di braci vive e persistenti. Cuocere la preparazione una mezz’oretta
in modo che il sughetto dei funghi permei i mucchietti di polenta da trarre
poi con apposita paletta facendo attenzione a non guastarli.
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Risotto con i porcini (Risottu chi fónzi)
:
La regola è di preferire funghi secchi
rinvenuti in acqua tiepida; la preparazione è di gran lunga più
saporita e profumata. La ricetta è poi quella tipica valtarese senza
pomodoro che si trova tra le ricette consigliate dal Centro Studi.
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Crema di patate e porcini (Süppa
de trifule e fónzi):
3 etti di porcini maturi, circa 8 etti
di patate farinose, 5 spicchi d’aglio, un pezzetto di burro e una scodella
di panna liquida fresca, sale (e pepe).
Cuocere, facendole disfare, le patate in
acqua salata ed aglio. Se necessario passarle allo schiacciapatate. Rimetterle
nella loro acqua di cottura, aggiungere il burro, aggiustare di sale, pepare
ed addensare. Qualche minuto prima di togliere il recipiente dal fuoco
aggiungere i funghi tritati fini fini, il prezzemolo tritato e, via dal
fuoco, la panna. Formaggiare. Intingervi pane nostrano (integrale) abbrustolito,
magari soffregato d’aglio fresco.
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Zuppa del Priore (Süppa d’u
priù):
3 etti di funghi maturi, 1 etto di funghi
giovani sodi, 2 carote, una cipolla, 1 gambo di sedano, 2 spicchi d’aglio,
40 g di farina, 1 litro di latte intero, 2 uova, prezzemolo, sale, e pepe
(o noce moscata).
Far cuocere le verdure in poca acqua salata.
Appena cotte passarle allo staccio. Stemperare intanto la farina in poco
latte e diluirla nel resto del latte. Mescolare latte, verdure passate
e loro brodo. Aggiustate di sale mettendo a fuoco e aggiungendo i funghi,
quelli maturi, tritati fini salvo qualche fetta. Dopo 20’ di cottura aggiungere
il prezzemolo tritato, i funghi giovani tagliati a fettine sottili sottili,
la noce moscata, le uova sbattute salate e formaggiate. Attenzione a che
le uova non rapprendano, quindi mescolare velocemente. Da gustare caldissima
intingendovi pane casereccio abbrustolito.
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Porcini da Re (Fónzi da rè):
6 etti di funghi porcini mediamente sviluppati,
1 etto di lardo, 2 cipolle, una manciata di prezzemolo, 1 spicchio d’aglio,
pepe, sale.
Tagliare il lardo a dadini. Mettere in tegame
e soffriggere magari su di un velo d’olio. Aggiungere i funghi tagliati
a fettine. Salare subito per provocare la fuoriuscita d’acqua dai funghi
e cuocere meglio il tutto su fuoco dolce. Dopo qualche minuto di cottura
unire il prezzemolo e la cipolla tritati fini fini. Da gustare caldissimi
con polenta fumante.
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Polpette del Vescovo (Purpette d’u vescu):
Tritare molto fini funghi, aglio, prezzemolo;
unirli al pane e formaggio grattugiati, uova ed eventualmente un filo d’olio.
Fare delle pallottole ben amalgamate, ripassarle in pan grattato
e friggerle nello strutto.
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Intingolo di prugnoli (Calocybe gambosa-
Bagña de spinarö ):
Sovrano condimento di paste asciutte e
polenta. Particolarmente usato per condire le tagliatelle fatte in casa.
A poca cipolla tritata messa a soffriggere
nel lardo (più tardi nell’olio) dentro una casseruola di terracotta
unire gli spinarelli a fettine e la conserva diluita in acqua tiepida (meglio
il passato d’oggi o il pomodoro fresco). Salare e cuocere una mezz’oretta
facendo addensare.
Al precedente intingolo i grandi cuochi
bedoniesi preferirono però la panna visto che per loro (Felice Molinari
in testa) il pomodoro era un danno. A cottura ultimata degli spinaroli
si aggiunge panna fresca scaldata a bagnomaria. Niente formaggio.
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Zuppa di prataioli (Süppa de pradarö):
400 g di prataioli, 50 g di farina, 1
litro di latte intero( magari arricchito infine con burro crudo o panna
fresca), prezzemolo, tritato, sale, noce moscata.
Eccellente piatto di tradizione abbastanza
antica. Cuocere, in latte,
i funghi tagliati a metà o a quarti
e con cucchiaio di legno spappolarveli, unirvi l’altro latte, dopo avervi
stemperato a parte la farina; salare. Cuocere altri 5’, poi aggiungere
il prezzemolo tritato. Ritirare dal fuoco, aggiungere la panna o il burro,
la noce moscata. Servire con pane abbrustolito. Occorrerebbe quel buon
pane di una volta arrostito sui coperchi della stufa (di ghisa). Formaggio
grattugiato se si vuole.
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Polipori al vin bianco (Griffi au véin
biancu):
½ chilo circa di grifoni, alcuni
spicchi d’aglio, carote, prezzemolo, cipolla, bacche di ginepro, un bicchiere
di vino bianco secco, salvia, sale, 50 g d’olio.
Pulire i funghi, separare le “foglie” e scartare
le parti troppo coriacee. Cuocere in casseruola.
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Polipori con la pancetta (Griffi c’a pansetta):
½ chilo circa di grifoni, 150 g
di pancetta, 2 cipolle, 1 spicchio d’aglio, prezzemolo, ½
bicchiere di vino bianco secco, ½ cucchiaio d’aceto blando, sale,
un goccio d’olio. La stessa ricetta vale per i galletti (galétte).
Pulire i funghi, separare le “foglie” e scartare
le parti troppo coriacee. Cuocere in casseruola.
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Zuppa di cantarelli (Süppa de galétte):
Preparare 1 litro circa di brodo facendo
bollire almeno mezz’ora circa 50 g di lardo battuto con aglio.
Colare questo brodo, stemperarvi un cucchiaio
di panna e porvi a cuocere per 20’ circa 350 g di cantarelli tagliati
a fettine sottili di cui sia stata gettata l’acqua essudata per salagione.
Poco prima di spegnere aggiungere prezzemolo tritato. A freddo incorporare
un uovo intero e formaggio grattato (e pepe).
Una variante prevede, al posto del brodo
con lardo ed aglio, una miscela paritetica di latte ed acqua ed infine
si aggiunge panna fresca (l’introduzione della panna nelle ricette di Sara
ci sembra risentire della cucina piacentina molto influente a Bedonia per
la presenza del Seminario Vescovile di Piacenza).
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Tegliata di boleti (Tecciã de buréi):
Come già anticipato l’ovulo buono
in Val Taro era chiamato “boleto”. 12 teste di boleto, 2 spicchi d’aglio,
mezzo bicchiere d’olio, sale e pepe.
Porre le teste intere o a spicchi su foglie
di nocciolo allargate nella teglia, cospargere d’aglio tritato finemente,
sale e pepe. Irrorare con l’olio e cuocere in forno per un massimo di 30’.
Più spesso si poggiava la teglia su stufa marciante a tutto fuoco,
e la si chiudeva con coperchio cosparso di braci di legno forte per un
¾ d’ora.
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Boleti in padella (Buréi int’a
padella):
Con o senza aglio, ogni 8 teste di fungo,
ridotto a larghi spicchi, mezzo bicchiere di d’olio.
Cuocere adagio, dopo avere salato e pepato,
per una ventina di minuti.
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Ovuli con il vino (Buréi c’u véin):
Con o senza aglio, ogni 8 teste di fungo,
ridotto a larghi spicchi, mezzo bicchiere di vino bianco secco.
Cuocere adagio per 5’, dopo alzare
la fiamma e fare evaporare; salare e pepare.
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Insalata d’ovuli piccantina (Insaratta
frte de cucon):
Utilizzare ovuli o funghi giovani.
Tuffarli interi o smezzati in aceto salato
profumato con foglie di alloro mentre è in ebollizione vivace.
Cuocerli per 5’. Scolarli, farli asciugare su di un canovaccio.
Quando siano freddi vanno tagliati a fettine piuttosto sottili e conditi
con olio.
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Ovuli alla crema (Buréi c’a s-ciümma):
Affettare sottili ½ chilo di
ovuli e metterli a soffriggere con cipolla tritata. Evaporata l’acqua di
vegetazione aggiungere un trito d’aglio (2 spicchi) e prezzemolo (una manciata);
salare, aggiungere la panna. Amalgamare e attenzione che la panna non bolla!
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Ovuli con l’uovo (Cucon c’u cucon):
Far saltare in olio o burro abbondanti fettine
sottili di ovuli; salare, pepare, mescolare. Immettere poi uno o più
uova intere e far cuocere cercando di far ricadere su ogni uovo un po’
di boleti.
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Risotto con gli ovuli (Risuburellu):
Rosolare brevemente in olio una cipolla tritata,
2 spicchi d’aglio, prezzemolo tritato e 250 g di funghi a fettine.
Subito dopo versarvi 500 g di riso mescolando
bene. Aggiungere uno o più mestoli d’acqua salata bollente, poco
per volta (meglio brodo leggero), mescolare bene, incoperchiare e lasciare
cuocere a fuoco bassissimo per 5’. Scoperchiare, mescolare, e aggiungere,
poco per volta, quanta acqua o brodo possa ancora occorrere per portare
a cottura senza più incoperchiare e mescolando adagio. A cottura
ultimata condire con panna o burro e parmigiano.
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Intingolo di ovuli (Bagña de buréi
pr’a pastasütta e pr’a pulenta):
Affettare sottili una dozzina di funghi
(anche i gambi) e metterli a soffriggere (per 1’) con 2 spicchi d’aglio
in casseruola di terracotta con olio. Aggiungere qualche cucchiaio di salsa
di pomodoro o pomodori maturi e spellati; cuocere adagio, previa salatura,
per una mezz’ora.
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Zuppa di ovuli (Süppa de buréi):
8 etti di boleti, 2 cipolle medie, 4 spicchi
d’aglio, 2-3 uova, prezzemolo, parmigiano, 1 litro e mezzo di brodo, olio
lardo,
pancetta e sale.
Porre in casseruola fonda ½ bicchiere
d’olio (o una bella fetta di lardo o pancetta a dadini), alcuni cucchiai
di salsa di pomodoro, l’aglio tritato, i boleti affettati sottili. Aggiungere
il brodo e far cuocere per 10’. Aggiungere prezzemolo tritato e parmigiano.
Un bollore appena e servire con pane abbrustolito.
Una variante prevede di non aggiungere subito
il prezzemolo ed il parmigiano ma dopo l’ultimo bollore inserire, fuori
fuoco, uova sbattute con parmigiano e prezzemolo.
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Polentina di farina di castagne (Puta
de castagnassa):
Polentina tenera (crema) che si ottiene versando
a pioggia farina di castagne in acqua salata già a bollore;
si cuoce per 15-20’ sempre rimestando; il condimento ideale è ricotta
meglio se stemperata in panna.
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Polenta di farina di castagne (Pulenta
de castagnassa):
E’ come la precedente ma molto soda; il condimento
è lo stesso.
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Frittelle di farina di castagne (Frissö
de castagnassa):
Riportiamo solo la ricetta antica: si stempera
“lievito rimesso”
con acqua aggiungendo farina di castagne
ed un pizzico di sale;
la frittura era in strutto sfrigolante.
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Pressatelle (Testö):
Dolcetti preparati pressando farina di castagne
in piccoli stampi di ferro o di rame o di terracotta. Lo stampo andava
sulla stufa a ghisa o nelle ceneri in modo da cuocere la farina che si
diastasava rimanendo compatta e prendendo la forma dei contenitori.
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Castagnaccio (Castagnassu):
E' già descritto nelle ricette del
Centro Studi nelle due versioni con uvetta e pinoli o con ricotta.
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Mischiata (Mes-ciã):
Non è la mesciada del confine
ligure né la omonima pontremolese e ne riportiamo la ricetta originale.
La sera si “rimette” il lievito e l’indomani
di mescola al lievito 400 g di farina bianca e 600 g di farina dolce usando
acqua tiepida in modo da ottenere un impasto morbido che va lavorato bene
ed a lungo; si forma ora una bella palla che va lasciata lievitare in modo
che divenga rigonfia e porosa. La si accomoda su foglie di castagno e la
si fa scivolare sul suolo del testo arroventato. Si cala la campana (coperchio)
del testo sul “panettone” e si fa cuocere per 1 ora. Ottimo dolce
da intingere nel latte.
Ora per semplificare si può mescolare
al farina di castagne a pasta bianca già lievitata e procedere come
sopra portando a cottura in forno a temperatura medio-bassa per 50’.
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Zuppa di castagne fresche (Süppa
de marón):
sbucciare e cuocere le castagne adatte in
acqua salata profumata al finocchio selvatico; schiacciarle, mescolarle
al latte ed a mollica di pane precedentemente sfatta nel latte; volendo
passare al setaccio. Dare, con il latte, la consistenza desiderata al composto;
rimettere al fuoco sempre mescolando; aggiungere panna o burro, aggiustare
di sale. Se voluta densa gustarla così; se voluta semiliquida versarla
su fette di pane raffermo (per i bambini si può zuccherare).
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Stiacciatine di farina di castagne (Chisuréin
de castagnassa):
Mescolare a secco 750 g di farina di castagne
e 250 g di farina bianca; mescolare con un po’ di sale ed impastare con
acqua tanto da ottenere un impasto da tirare con la cannella facendo stiacciatine
spesse al massimo 1-1,5 cm. Passarle in un po’ di farina e cuocerle sui
coperchi roventi della stufa.
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Purgatorio (Pürgatöriu):
Sono castagne alla fiamma che venivano
preparate la sera dei “Santi”.
Preparare le castagne arrostite, sbucciarle
ed ancor calde porle su una padella di ferro ben asciutta; irrorare le
castagne di grappa (o meglio di rhum) e darvi una spolverata di zucchero;
subito dar fuoco al tutto. A lume spento veniva presentato il tutto fiammeggiante.
Spente le fiamme si accendeva il lume e si gustavano le castagne leggermente
candite in superficie e pervase da sentore di liquore.
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